Le opere nascono nella mente
Sono i differenti piani in cui si materializzano gli esperimenti di
pensiero a stimolarlo; la spazialità, l’interazione con il pubblico,
gli assi visivi e di relazione. Egli è in costante ricerca (l’amore per
la lettura non lo ha quindi certo abbandonato), con le puntine
fissa alle pareti ritagli di giornale, foto e pensieri scritti, disegna
schizzi rudimentali in bianco e nero. Egger è autodidatta, i suoi
disegni appaiono sempre stilizzati, estremamente sobri, addirittura
minimali. L’unidimensionale, il concluso, ciò che si può appendere
in casa o in ufficio gli interessa poco. Le sue opere le
ha in mente, lì nascono e la realizzazione avviene spesso con la
collaborazione di artigiani, tecnici video e del suono. Per questo
il suo atelier, nella vecchia fucina nel maso di famiglia a Lana, è
più che altro magazzino, archivio privato, officina.
La serie “Blanco” esemplifica l’approccio partecipativo di Egger,
la sua visione ironica della produzione e ricezione dell’arte.
Essa consiste in tanti fogli bianchi, firmati, sui quali il pro prietario può disegnare quel che gli piace. L’arte, quindi, in tutto e
per tutto secondo il proprio gusto personale – la serie è stata acquistata dalla Provincia di Bolzano. Per il padiglione austriaco
alla Biennale di Venezia, Hannes Egger ha ideato l’opera “see you”.
In un angolo del padiglione ha installato una videocamera, le cui
immagini sono state trasmesse in livestream all’interno del rifugio
Kürsinger sotto i 3.666 metri della cima del Grossvenediger
negli Alti Tauri in Austria. Per la prima volta si è potuto davvero
guardare dal Grossvenediger fino a Venezia – grazie alla creazione
di un asse di collegamento tra città e montagna, tra alpi nisti e
visitatori della Biennale, divenuti essi stessi oggetti d’arte. A Venezia soltanto un piccolo pannello informava sulla presenza
dell’installazione.