Mangiare le “erbacce”
Le offerte estive in alta quota sono ancora abbondanti, e nonostante siano spesso etichettate come "erbacce", molte di queste piante sono in realtà preziose in cucina e nell'armadietto dei
medicinali. L’erba ananas (Matricaria discoidea), è una pianta dal portamento basso che somiglia alla camomilla, ma senza i petali, e che emana un profumo di ananas quando viene schiacciata. Sebbene spesso passi inosservata, questa pianta prospera lungo i sentieri, e il suo aroma inconfondibile è spesso percepito ancor prima di vederla. I suoi capolini e le sue foglie sono incredibilmente versatili: possono essere consumati crudi nelle insalate, cotti con la frutta, trasformati in sciroppi o tè, o infusi nel latte per creare dessert come la panna cotta, perfetta se accompagnata da fragoline di bosco. Proseguo il mio pellegrinaggio boschivo e incontro il panace, o Heracleum sphondylium, un membro sorprendentemente versatile e nutriente della famiglia delle carote. Questa pianta offre qualcosa in ogni fase del suo ciclo di vita: i giovani germogli primaverili, per esempio, possono essere cotti al vapore come l'horta greca, mentre le cimette sono deliziose immerse nella pastella e fritte, perfette per una tempura. I semi verdi, con il loro aroma che ricorda il cardamomo, sono un'aggiunta unica a dolci come biscotti o i tradizionali kardemummabullar svedesi. Una volta essiccati, i semi sprigionano un sapore intenso che arricchisce miscele di spezie e preparazioni per sottaceti. Un tempo molto popolare in Russia, l'antico nome panace, borschevnic, rivela le sue origini come ingrediente chiave del borscht, una zuppa tradizionale a base di panace lattofermentato.
Sogni d’oro
Chiamata così in onore della dea Artemide, l’Artemisia vulgaris era considerata una pianta sacra dai Druidi, che la includevano nelle loro Nove Erbe Sacre per pratiche di guarigione e rituali spirituali. Simbolo di connessione tra il mondo naturale e il divino, l’artemisia era profondamente radicata nell’antica concezione greca dei cicli lunari, della fertilità, della divinazione e della protezione. Anche i Romani la veneravano: i soldati e i viaggiatori la inserivano spesso nelle loro scarpe, convinti che potesse proteggerli durante i lunghi percorsi, scongiurando stanchezza e pericoli. In molte culture indigene, l’artemisia è venerata come un’erba sacra, capace di intensificare l’esperienza onirica e di facilitare la comunicazione con il mondo degli spiriti e degli antenati. Alcune tradizioni la impiegano come erba per prepararsi al sogno o migliorare la capacità di ricordare ciò che si è vissuto nel sonno. Spesso preparo un infuso di questa pianta per favorire la digestione dopo cena, con la speranza di perdermi per un po’ nel mio sogno di mezza estate
Rimedio al sole
Si dice che l'iperico (Hypericum perforatum) abbia il potere di scacciare le febbri, attirare l’amore e proteggere dal fuoco e dagli spiriti maligni. Con il suo fiore dorato a cinque petali, questa pianta ha affascinato l’umanità per millenni. Le sue foglie, quando strofinate, rilasciano un olio rosso intenso che, macerato in un olio vettore, diventa un rimedio naturale per lenire dolori muscolari, curare ustioni e tagli. Durante la mia passeggiata, ho trovato un prato ricoperto d’oro. Una leggenda racconta che, calpestando una pianta di iperico, si venga rapiti da un cavallo fatato. A me non è ancora successo. Forse accadrà a te.