Nel vigneto c’è grande attività, la vendemmia è nel suo pieno. Tuttavia, la giovane vignaiola Magdalena Pratzner si prende del tempo per noi e ci racconta com’è essere una delle poche donne in un settore prevalentemente maschile, delle grandi sfide del futuro e del perché il tappo a vite sia così ingiustamente poco apprezzato.
Magdalena, cosa ti piacerebbe che i vostri clienti associassero al nome “Azienda Agricola Falkenstein”?
Magdalena: Qualità e un rapporto stretto con la natura. I nostri vini sono prodotti principalmente in vigna e devono riflettere le caratteristiche del terreno. In cantina interveniamo solo quando è veramente necessario. Per noi il vino è un prodotto naturale e nella natura dovrebbe essere creato. Alla base di tutto, ovviamente, c’è la passione: senza questa non si può arrivare da nessuna parte.
Tuo padre Franz Pratzner è considerato un pioniere del Riesling ed è stato addirittura insignito del famoso premio vinicolo Angelo Betti. Questo patrimonio ti mette sotto pressione o ti motiva?
No, non sento pressione. Piuttosto, sono orgogliosa di ciò che i miei genitori hanno costruito e realizzato, e del fatto che si fidino di me per continuare questa attività. Per quanto riguarda il Riesling, mio padre ha quasi perfezionato il processo di vinificazione, tanto che posso imparare molto senza particolari incertezze. Per il resto discutiamo molto, ci parliamo e consigliamo. Questa è per me una fase di apprendimento e sono felice di poter contare sulle sue enormi conoscenze ed esperienze. Allo stesso tempo, egli rispetta le mie scelte. L’agricoltura e la viticoltura sono ancora mondi a prevalenza maschili e tradizionali.
Da giovane donna, come percepisci questo?
Fortunatamente sono sempre stata trattato molto francamente e con rispetto. Ci sono sempre più tenute che vengono rilevate da figlie femmine, anche se è ancora una piccola percentuale. Siamo certamente ancora molto influenzati dalle tradizioni alpine in questa zona e una donna a capo di un’azienda agricola è ancora considerata un’eccezione. Nel resto d’Italia, invece, soprattutto in Piemonte o in Toscana, le donne agricoltrici sono diventate una cosa assolutamente normale. In Alto Adige c’è ancora un po’ di strada da fare. Quello che a molti non piace sentire è che le donne sono ora considerate delle degustatrici migliori (ride). Il cervello femminile sembra essere più sensibile agli aromi, ai sapori e soprattutto alle loro diverse sfumature. Questo naturalmente entra in gioco durante le degustazione, perché le donne hanno un gusto più sviluppato.